Martedì 4 marzo si è svolto all'Apollo Zero di Ferrara, il primo di una serie appuntamenti culturali organizzati dall'associazione Malamente all'interno della struttura polifunzionale che accoglie corsi di formazione, mostre ed eventi.
Francesco Venturini giovane scrittore pubblicista ha presentato la sua prima fatica letteraria Il cinema e il caso Moro un analisi obiettiva di tre film dedicati alla vicenda Il Caso Moro di Giuseppe Ferrara (1986), Buongiorno, notte di Marco Bellocchio (2003) Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli (2003). Presenti all'evento l'assessore alla cultura Massino Maisto e Roberto Roversi direttore della Multisala Apollo.
Nell'introdurre l'autore Maisto ha sottolineato come il libro racconti tra le righe, la difficoltà del cinema italiano a parlare della sua storia recente, non sono tanti i film che narrano avvenimenti importanti del dopoguerra. Anche nel caso Moro sono solo tre pellicole, molto diverse, rispetto all'importanza della vicenda. In Italia pochissimo cinema ha parlato dei tempi legati alle vicende del terrorismo. Altro aspetto interessante è avere messo a confronto film veramente diversi tra loro che offrono lo spunto per ragionare sull’approccio cinematografico del cinema al reale, approccio autonomo ed eteronomo, ossia più libero o più storico o fintamente storico.
L'autore ha esordito sottolineando che la difficoltà del cinema italiano è economica, chi mai volesse fare un film sul caso Moro dovrebbe farlo produrre o dalla Rai o da Medusa, pochi sono infatti i soggetti in grado di produrre film, inoltre nemmeno il clima culturale spinge molto in questo senso. Il libro è frutto del lavoro svolto con la tesi di laurea, infatti la ricerca si sviluppa sulla distinzione tra autonomia di un opera d’arte, purezza formale ed eteronomia, ossia i valori extraestetici, storici, politici e sociali. Nel film di Ferrara c'è un' interpretazione storica ma non una visione organica della tragica vicenda. Gli altri due lavori invece si concentrano sulla parte formale, Belloccio fa un'opera di fantasia mentre Martinelli ne offre un'interpretazione storico-politica che si basa sulla teoria del complotto internazionale. Il merito di questa ultima pellicola è sottolineare come il caso Moro debba essere visto in un ottica extraitaliana mentre Buongiorno Notte che è prodotto dalla Rai mette in cena una rappresentazione storicamente limitata.
Roberto Roversi ha sottolineato che nessuno dei tre film è un capolavoro e a suo giudizio forse quello di Belloccio è il più emozionante. Ricorda invece un'altra vecchia pellicola Todo Moro (1976) un film di Elio Petri con Gian Maria Volontè, tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia, il film sparisce dopo la tragedia, narra le vicende di un democristiano losco e trafficone. Questo a sottolineare che della figura di Moro vivo si parla e si è parlato poco. Paolo Sorrentino sta facendo un lavoro su Andreotti che presenterà a Cannes.
Il dibattito si è aperto sui temi riguardanti la mancanza in Italia di produttori puri, fattore che influisce sul letargo del cinema italiano. Esiste una trilogia di Aurelio Grimaldi su Moro che è stata bloccata per mancanza di fondi, sarebbe un quarto punto di vista interessante.
Piera Marsilio
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