Talenti disseminati per la citta' infiammano il pubblico
di Piera Marsilio
FERRARA - Una edizione ricca di talenti musicali provenienti dal tutto il mondo che non ha certo deluso le aspettative delle moltissime persone e dei palati più fini accorsi nella splendida città degli estensi, luogo ideale, nonostante il caldo soffocante, per accogliere sonorità di violini, chitarre (sempre le più numerose), contrabbassi, batterie in miniatura, percussioni delle più varie, strumenti tipici e non, fiati, ottoni, l'originalissimo chapman stick dal suono angelicato, e marimba giganti.
Il tour "musicofilo" si presenta da subito arduo con libretto in mano dove sono indicati orari e postazioni dei numerosi gruppi, alcuni assolutamente imperdibili. Naturalmente sono da scovare tra gli angoli della città gli "invitati", così denominati perchè chiamati direttamente dall'organizzazione ma anche gli "accreditati" (coloro che fanno domanda di partecipare) dove si nascondono sicuramente dei talenti. (clicca sulle foto per ingrandirle)
Colpisce da subito un gruppo di pizzica che riscalda l'atmosfera con tammuriate e balli, poco distante sotto la statua del minaccioso Savonarola, le sonorità folk e popolari di Ibo Orchestra catturano l'orecchio. La formazione olandese (stato a cui è dedicato il Festival quest'anno) propone brani originali cantati, disegnati con poesia e armonia dagli strumenti a corde (chitarra, mandolino, violino, violoncello, contrabbasso) che raccontano in lingua olandese la bellezza, l'amore e i sentimenti umani. Ma non ci può soffermare troppo per non perdere altri gruppi.
Nella piazza della cattedrale un cerchio circonda il rosso Eliah che imbraccia il chapman stick, un mix tra chitarra e basso dal suono affascinante. Destano curiosità i Rosichino Spaghetti Samba, sguardi stralunati e canzoni originali, una sorta di samba in chiave spaghetti western. Dai tre chitarristi mostri che stazionano all'angolo dei portici di piazza cattedrale incantando il pubblico con classici degli Acoustic Alchemy, si passa al duo oboe e zanni in maschera veneziana (dura la vita per gli acustici puri che si ritrovano a dieci metri da un solitario chitarrista amplificato che intona i classici triti e ritriti).
In via Mazzini, senza lasciarsi distrarre dalle evoluzioni mozzafiato dei bravissimi acrobati, iniziano lo spettacolo Payazen! Steim, musica klezmer ricca di improvvisazioni e suoni che catturano; l'alternarsi delle sonorità del clarinetto in sib e basso, si mescolano con il timbro del violinista che suona magnificamente anche la tromba mentre una ballerina scandisce sinuosi movimenti su ritmi dispari trascinanti. Ma la serata è ancora lunga e ricca di emozioni. Tra una birra e una piadina la caccia continua, in una piazzetta appartata è posizionato un gruppo di arpe celtiche, ma come non ci sono nel programma?
In lontananza le marimba africane degli Ubuhle Be Africa calde e coinvolgenti attirano immediatamente un cerchio di folla che in un attimo li attanaglia. Gli italianissimi Babbutzi Orckestra sprizzano bravura ed entusiasmo da tutti i pori, l'esplosivo groove balcanico klezmer cattura immediatamente i favori del pubblico che balla e salta.
All'appello mancano altri tre gruppi da sentire, il reggae dei sudamericani Microguagua � sotto il castello, atmosfera caldissima e fiati (tromba e trombone) da incorniciare; proibito perdere il folk messicano e così via alla caccia dei Mariachi Peralta che accolgono con la canzone simbolo dell'album Buena Vista Social Club, stile e classe inconfondibili. Dopo Baila Bamba non pu� mancare un giro al Bus Kernight, tra birra, piadine e originali bancarelle, l� � in corso una session di blues animata da giovani talenti e dal sax contralto del One Man Show Andrea Poltronieri. Azzeccato in questo caso il detto "si torna a casa stanchi ma contenti".